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La frammentazione del lavoro, generata dal moltiplicarsi di forme di impiego diverse dal tradizionale contratto di lavoro a tempo pieno ed indeterminato nonché dallo sviluppo dei processi di segmentazione dell'impresa, impone una riflessione sulle diverse tecniche normative capaci di regolare la conseguente diversificazione delle tutele lavoristiche. Fra gli strumenti diretti a disciplinare il processo di frammentazione del lavoro vengono impiegati, con sempre maggiore frequenza, i principi di non discriminazione. Questo studio si propone di verificare l'effettiva capacità di tali principi di evitare che la crescente segmentazione delle forme di impiego e dei processi produttivi si accompagni ad un progressivo contenimento degli standard di tutela sociale. Nel contempo, si evidenzia come i principi di non discriminazione permettano un controllo sulle modalità di esercizio di un potere privato, al fine di assicurare il rispetto del dettato costituzionale. L'analisi delle complesse funzioni svolte dai principi di non discriminazione dimostra come essi svolgano un ruolo di chiusura a garanzia della coerenza del sistema, assicurando, in ciascuna fattispecie concreta, il rispetto delle norme fondamentali dell'ordinamento.